Le case del paese incollate una all’altra e nulla in comune l’una con l’altra: ogni famiglia la sua tana, il suo tetto, i suoi guai. Ma la porta d’ingresso era quasi sempre aperta, quasi a livello della strada. Come fosse ancora sulla strada, varcò l’ingresso la signora Titì, la vicina della porta accanto, la quasi coinquilina di casa. – Picciotti mei! Picciotti mei! Non ci potete credere! in farmacia non mi davano la medicina! non mi davano la medicina se non avevo ‘a musica’! ‘a musica’! per tutto, per tutto ci vuole ‘a musica! a musica’! – e si esibiva in un rap primordiale e ci notificava che dal dottore bravo alla medicina buona, dalla raccomandazione per il figlio alla sanatoria per la casa, dal permesso per fabbricare a un semplice certificato, ci voleva ‘a musica – a musica – a musica’. Dal suo strofinare indice e pollice intuivo che ‘a musica’ era una metafora dei soldi, dei ‘picciuli’, ma non capivo dove stava l’allegoria, l’assonanza, la parentela dei termini; che veniva a significare quell’espediente forzato, popolano, qualunquista?
Poi mi imbattei in Woody Guthrie:
… Ora, la polizia al porto d’ingresso dice:
“Sei il numero quattordicimila per oggi.”
Oh, se non avete il do re mi, gente, non avete il do re mi,
perché, fareste meglio a tornare nel bellissimo Texas, Oklahoma, Kansas, Georgia, Tennessee.
La California è un giardino dell’Eden, un paradiso in cui vivere o vedere;
Ma che tu ci creda o no, non lo troverai così caldo
se non hai il do re mi.
… Vuoi comprarti una casa o una fattoria, che non possa fare del male a nessuno,
O prenderti le vacanze in montagna o al mare.
Non scambiare la tua vecchia mucca con un’auto, faresti meglio a restare dove sei,
meglio accettare questo piccolo consiglio da me.
Perché ogni giorno guardo gli annunci di ricerca
ma i titoli sui giornali dicono sempre:
Se non avete il do re mi, ragazzi, non avete il do re mi,
perché fareste meglio a tornare nel bellissimo Texas, Oklahoma, Kansas, Georgia, Tennessee.
La California è un giardino dell’Eden, un paradiso in cui vivere o vedere;
Ma che tu ci creda o no, non lo troverai così caldo
se non hai il do re mi.(Do Re Mi Parole e musica di Woody Guthrie)
E cos’era il ‘do-re-mi’ di Woody Guthrie ? ‘a musica’ della signora Titì, della quasi coinquilina di casa. Al di là dell’oceano, delle culture, delle etnie ‘il popolo’ usava la stessa similitudine, la stessa metafora che io non capivo e che finalmente capivo perché Woody mi aveva fatto studiare: strumenti musicali e volti di musicisti venivano stampati su banconote e monete di tutto il mondo, i soldi, come la musica erano un mezzo di scambio e comunicazione universale. Inoltre il brano trasmetteva tutta la fluidità, la scivolosità, il passare di mano in mano, il ‘Pecunia non olet’ globale. Avevo capito.
Ma quando mai…!
Anno 2000 del calendario gregoriano: TIL WE OUTNUMBER – TRIBUTO A WOODY GUTHRIE; Billy Bragg, Ramblin’ Jack Elliott, Arlo Guthrie, Indigo Girls, David Pirner,Tim Robbins and Bruce Springsteen e … Any Di Franco. Quella versione con solo chitarra, quella voce tirata, forzata, sofferente cambiavano il corso della moneta. Improvvisamente la ‘pecunia’ olezzava eccome! Mandava un odore marcio, sgradevole e un che di appiccicaticcio, colloso, vischioso, come se quei soldi puzzolenti si attaccassero alle mani e non volessero andare via… più.
Ani DiFranco – Do-Re-Mi – 6/9/2017 – Paste Studios – New York, NY