La Capitana disobbediente

23 Dic 2024 | Materiale resistente

Carola RACKETE                                                                                                                  Germania – Independent (Germania)   Data di nascita : Preetz

A cura di Francesca Diletta Iavarone           © 2013 – bullismoomofobico.it

Il 2019 è stato un anno decisivo per l’approvazione del decreto legge n. 53, “Disposizioni urgenti per il potenziamento dell’efficacia dell’azione amministrativa a supporto delle politiche di sicurezza”, meglio conosciuto come decreto “Sicurezza-bis”.
Esso ha attraversato, nel tempo, un iter molto travagliato caratterizzato da diverse modifiche e, tra le varie voci, emergeva quella che regolamentava la chiusura dei porti italiani alle navi delle Ong (Organizzazioni non governative), che soccorrono i migranti in mare, che fossero ritenute rischiose per l’ordine pubblico.
Prevedeva serie sanzioni per chi tentasse di forzare il blocco, ma questo decreto è stato sfidato diverse volte, in varie forme, in ragione della tutela dei diritti umani, per preservare il diritto alla vita di tutti e tutte.
Il 26 giugno 2019, fu Carola Rackete, donna di trentun anni e Capitana della Sea Watch 3, ad entrare in acque territoriali italiane, nonostante il divieto indetto dal ministero dell’Interno. In seguito ad un ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo, che non ha dato seguito alla richiesta, e giorni interminabili di attesa, la Capitana ha deciso di forzare il blocco, accedendo al porto di Lampedusa per attraccarvi e far sbarcare tutte le persone a bordo. Ha sempre dichiarato di essersi sentita in obbligo morale, che quell’azione rappresentava l’unica possibilità di salvare 42 migranti, ormai allo stremo delle forze, esausti.
Racconta di sé di aver avuto una vita facile, di aver potuto frequentare tre università, di essere tedesca e bianca, di essere nata in un Paese ricco come la Germania e di avere un “passaporto giusto”. Sentiva l’obbligo morale di aiutare chi non aveva avuto le sue stesse opportunità e collaborare alla loro salvezza. Conosceva i rischi a cui andava incontro, che sarebbe stata ripresa, indagata e arrestata da una politica a favore dei più potenti, che arricchisce i forti, lasciando indietro le “ultime” umanità. Malgrado questo, il blocco l’ha forzato e, immediatamente dopo la salvezza, che non sarebbe potuta avvenire se non in quel porto, è stata accusata per “resistenza e violenza a una nave da guerra e resistenza a pubblico ufficiale”.
Dalle dichiarazioni del ministro dell’interno in carica, sembrava più urgente preservare la vita di cinque militari della guardia di finanza, che in caso di scontro nella forzatura del blocco avrebbero messo a rischio la propria incolumità, piuttosto che le vite di uomini e donne, in cerca di una speranza di sopravvivere, scappati/e dai propri luoghi d’origine, dalle famiglie, dalle proprie case. Ma chi può stabilire quale vita ha più valore di un’altra? È possibile decidere a chi assicurare una dignità di esistenza e a chi negarla?
Carola Rackete è stata arrestata, con un’accusa incomprensibile per chi non credeva e non si riconosceva in una politica disumanizzante. Tra questi, c’era anche Alessandra Vella, giudice per le indagini preliminari di Agrigento, che non ha convalidato l’arresto e ha riconosciuto il valore di una legge morale, oltre a quella giudiziaria, che prevede un rispetto altrettanto rigoroso. Ciò che aveva mosso l’azione della Capitana della Sea Watch era salvare delle vite, una causa di fronte alla quale mai nessuno può credere di rimanere a lungo cieco o sordo, perché appartiene sempre a una responsabilità collettiva.
La Capitana, allora, dopo la prima notte in caserma e l’attesa ai domiciliari, è stata liberata, in attesa, però, di affrontare un altro filone di indagine, per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Nei mesi successivi, è stata lei stessa ad accusare l’ex Ministro dell’Interno, per diffamazione e istigazione all’odio, dopo i commenti aggressivi e gli insulti, derivanti anche dal suoi pubblico di elettori. Da diversi quotidiani, si apprende che, ad oggi, l’accusa per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina diretta a Carola Rackete si stia dirigendo verso l’archiviazione, sperando che ci sia un blocco, questa volta, alla prosecuzione di indagini con presupposti simili.

È stata eletta al Parlamento europeo come candidata indipendente per il Partito della Sinistra il 9 giugno 2024.

YouTube·Dolcenera·1 mar 2012

 

 

… “l’obedienza non è più una virtù ma la più insidiosa delle tentazioni” Don Lorenzo MIlani